Le nostre Origini e la nostra Storia

MOTTO DI CONTRADA: Oderint dum Metuant
SIMBOLO DI CONTRADA: lo Staffile

Il borgo di Sant’Ambrogio e’ uno dei più antichi della città: in passato la contrada era chiamata dai legnanesi “Borgo di maragasc”, termine dialettale con il quale si indicavano i fusti di granoturco conservati nelle vecchie cascine e che poi venivano bruciati.

La chiesa di Sant’Ambrogio e’ la più antica di tutta la città e risale al XII secolo. Nel XVII secolo San Carlo Borromeo decise di adibirla a scuola dei Disciplini e durante i lavori di ampliamento venne scoperta la salma dell’arcivescovo Leone da Perego, morto a Legnano nel 1257 e sepolto sotto il portico della chiesetta. Fu proprio questo ritrovamento a suggerire i colori che diedero origine al vessillo della contrada: il verde ed il giallo simboleggiano infatti il bronzo e l’oro del tesoro che secondo la leggenda venne sepolto insieme all’alto prelato e che poi non fu piu’ ritrovato. Al centro della bandiera giallo-verde capeggia Sant’Ambrogio, raffigurato come sull’altare d’oro della basilica milanese a lui dedicata. Il santo impugna nella mano destra lo staffile che fu simbolo del suo energico apostolato e che oggi e’ diventato il simbolo della contrada. Durante la sfilata storica lo staffile e’ portato da un giovane in costume.

La contrada festeggia il giorno di Sant’Ambrogio il 7 Dicembre.

Sant'Ambrogio

Ambrogio nacque a Treviri, sembra nell’anno 340, da una famiglia del patriziato romano.

Dopo un’accurata formazione letteraria compiuta a Roma, iniziò a Sirmio la carriera di magistrato. Nel 374, mentre esercitava a Milano l’ufficio di governatore della provincia, o «consolare», venne designato improvvisamente ad assumere la missione episcopale. Poiché non era ancora rinato al sacro fonte, ricevette il battesimo e pochi giorni dopo, il 7 dicembre, fu ordinato vescovo.

 

Nell’esercizio del suo ministero fu generoso con tutti, dimostrandosi sempre difensore degli umili e dei deboli, pastore e maestro dei credenti. Assiduo nell’orazione e nella meditazione delle divine Scritture, pio e solerte nella celebrazione dei divini misteri, ebbe un cuore così colmo di misericordia da piangere i peccati degli altri come fossero suoi. Impressionato sia dall’eloquenza dolce e illuminante sia dalla santità di vita del vescovo di Milano, Agostino approdò alla certezza della fede cattolica e dalla nostra Chiesa fu rigenerato alla grazia.

Di eccezionale efficacia fu l’azione pastorale di Ambrogio, che rifulse particolarmente nell’opera di iniziazione dei catecumeni, nella genialità di guidare tutto il popolo di Dio a proclamare nel canto la gloria del Signore e le verità che ci salvano, nell’esaltazione della verginità consacrata. Di fronte all’autorità imperiale, tutelò con tenace coraggio i diritti della famiglia di Dio. Nei suoi scritti mirabili e negli atti del suo governo episcopale seppe difendere vittoriosamente contro gli ariani la purezza della fede.

Morì il sabato santo, 4 aprile, dell’anno 397. Il suo corpo è venerato nella basilica che porta il suo nome, da lui edificata in onore dei martiri Protaso e Gervaso.